RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - G8, le intercettazioni "inchiodano" De Gennaro

Genova, 1 luglio 2009

G8, le intercettazioni "inchiodano" De Gennaro

In aula l´accusa legge le registrazioni delle telefonate fra l´ex capo della Polizia e alti funzionari
Nei guai anche l´ex capo della Digos Spartaco Mortola Oggi la requisitoria del secondo pm

VINCENZO CURIA

IL G8 continua a tenere banco. Se n´è avuta l´ennesima conferma ieri, alla ripresa del processo a carico di due imputati eccellenti, entrambi «ex», Gianni De Gennaro, all´epoca dei drammatici fatti del luglio 2001 capo della polizia e Spartaco Mortola, che in quello stesso periodo era a capo della Digos di Genova. Si è praticamente in vista del traguardo, perché è scesa in campo l´accusa. Ha dato il via alle requisitorie il primo dei piemme, Francesco Albini Cardona, oggi sarà la volta del collega Enrico Zucca. De Gennaro e Mortola debbono rispondere di istigazione a deporre il falso, cioè che l´allora questore del capoluogo ligure Francesco Colucci sarebbe stato indotto a modificare la sua precedente versione su alcuni aspetti della violenta irruzione alla scuola Diaz. L´addebito, secondo gli inquirenti, avrebbe il supporto di alcune conversazioni intercettate, in particolare su una «chiacchierata» compiutamente registrata dalla quale emergerebbe che Colucci sarebbe stato convinto a «deporre circostante non rispondenti al vero» riguardanti soprattutto la fase di preparazione e organizzazione di polizia condotta alla Diaz.
In particolare ci sarebbero stati precisi «suggerimenti» e richieste esplicite di «modifiche» allo scopo di eliminare il principale punto di contrasto fra le dichiarazioni rese in precedenza, relative alla richiesta di fare intervenire il responsabile delle relazioni esterne Sgalla sui luoghi dell´operazione e rendere così omogenea la testimonianza di Colucci a quanto oggetto della propria. Secondo la ricostruzione della procura, si tratterebbe di un elemento fondamentale, perché dimostrerebbe come le alte gerarchie della polizia avessero gestito l´operazione Diaz affiancando o scalzando di fatto i responsabili locali. Quanto al coinvolgimento di Mortola, l´accusa è basata in particolare su alcune telefonate nelle quali Colucci, oltre a spiegare che il Capo (De Gennaro) lo avrebbe sollecitato ad aggiustare le precedenti dichiarazioni, gli chiedeva di rinfrescargli la memoria «in vista della sua deposizione al processo nel quale «rimedierà» l´accusa di falsa testimonianza su quanto avvenuto alla Diaz».
Il magistrato requirente avrebbe puntato tutto sulle carte (il condizionale è d´obbligo perché l´udienza, trattandosi del rito abbreviato chiesto dagli imputati si è svolta a porte chiuse, davanti al giudice Silvia Carpanini), avrebbe proiettato su un ideale schermo fatti e retroscena del blitz alla Diaz e le presunte sollecitazioni a modificare precedenti e compromettenti dichiarazioni, Il magistrato, ad eccezione di un breve break, ha parlato per cinque ore. Richiamandosi sempre a circostanze considerate assolutamente vere e citando i passaggi più significativi delle intercettazioni. C´è ovviamente molta attesa per avere conferma del peso che avranno in sede di decisione gli argomenti dibattuti. Per oggi è previsto l´intervento del pm Enrico Zucca, il quale dovrebbe affrontare il tema in diritto.
E i difensori, professor Franco Coppi e avvocato Carlo Biondi (per De Gennaro), Alessandro Gazzolo e Piergiovanni Iunca (per Mortola) non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione, lasciando comunque intendere che sono più che decisi a dare battaglia.